Grazie per le precisazioni mister robin ma le esagerazioni non sono il nostro pane, il portale ci sembra basi le sue attività su argomenti costruttivi e oggettivi. Nelle zone in cui è passata la lava non vi era più alcuna presenza di strutture realizzate dall'uomo se non qualche pilone che poteva essere rimosso a posteriori. Detto ciò è doveroso segnalare in modo preciso i danni riportati a Nicolosi: La lava si è incanalata sulle piste da sci non risparmiandone nemmeno una tra quelle principali. (Qui vi erano condizioni naturali che sono state stravolte da ruspe per spianare il tutto e realizzare nuove piste da sci. Dove erano gli ambientalisti e la comunità scientifica?)Il primo skilift (monti silvestri) è stato completamente sommerso dalla lava (nessuna presenza di piloni e condizioni assolutamente)- Qui è stata realizzata una seggiovia biposto!( Dove erano gli ambientalisti e la comunità scientifica?) Il secondo skilift (omino) è stato completamente distrutto (non per essere ripetitivo ma anche qui condizioni di assoluta integralità naturalistica dopo l'eruzione, qui costruzione di un nuovo skilift.( Dove erano gli ambientalisti e la comunità scientifica?); l'ampio posteggio alla base degli impianti è stato travolto completamente cm per cm dalla lava. Qui è stato ricostruito un posteggio più ampio e l'ampia piazzola per l'elisoccorso. (Dove erano gli ambientalisti e la comunità scientifica?). La scuola sci, il ristorante esagonal, un noleggio, il centro servizi, la stazione di polizia sono state rase al suolo e ora sono state tutte rimpiazzate. (stesso discorso di sopra) - Le strutture che sono scampate alla lava sono solo alcuni piloni del terzo impianto (mezzi sommersi dalla lava) e quasi tutta la montagnola che essendo più alta è stata risparmiata. Le strutture a valle (rifugio sapienza e partenza della funivia etc.) si sono salvate solo grazie ai miliardi spesi per lo smottamento terra a protezione di queste. In totale il costo dell'operazione di salvataggio e succ. ricostruzione ammonta a circa 45 miliardi delle vecchie lire in una zona per altro ancora a forte rischio di eventi vulcanici.
Non discutiamo sulla validità o meno della ricostruzione che è necessaria per il proseguo turistico economico stesso della località. (alla quale io personalemnte sono favorevole per l'affezione nei confronti della località) - Ma ci chiediamo ancora dove erano gli ambientalisti e la comunità scientifica quando si è ricostruito in queste zone? Possibile che questi si oppongano solo alle iniziative che provengono da un versante? Siamo d'accordo che non ricostruire rappresentava la morte economica della zona come lo è di fatto il voler opporsi a qualsiasi progetto di sviluppo della zona nord ovest, zona già morta da tempo e che per vari motivi si vuole mantenere così. Comunque sembra che i gruppi di ambietalisti e c.s. stiano in qualche modo avendo spiragli di apertura verso la realizzazione di un piano di sviluppo turistico economico. Crediamo che valga la regola che la giusta via è quella di mezzo.
Scritto da: M.Robin 11/03/2006 19.53
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> Mi pare largamente esagerato di dire che sul versante
> Sud" dopo le eruzioni non vi era più alcun insediamento
> umano in quota se non la bellissima natura allo
> stato brado"
> Le eruzione hanno distrutto meno di la metà dell
> e infrasturucture turistiche di Sapienza (stazione
> superiore, meno della metà dei pilonci, e due o
> tre bar)
> Ricostrurire quindi era una necessità economica
> per quelli che vivono di queste strutture già esistente.
> Opporsi alla ricostruzione significava chiedere
> la morte economica di sta gente.
> Vorrei aggiungere che piloni arrugginiti e costruzioni
> a meta rovinate dalla lava non sono proprio estetico
> Modificato da M.Robin 11/03/2006 19.59
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