testo preso dal sito gambarie.it
Neve tutto l’anno, prodotta anche a temperature ’tropicali’. E’ una rivoluzione nel mondo dello sci".
Lo riferisce il Corriere della Sera. "Una nuova tecnologia del tutto innovativa rispetto ai tradizionali ’cannoni’ sparaneve, che oggi vediamo sulle piste, promette di cambiare volto alla montagna e di garantire le aperture degli impianti anche se fa caldo. Ironia della sorte, e’ stata messa a punto laddove di neve non ce n’e’ proprio bisogno, da un’azienda israeliana, specializzata nelle tecniche di desalinizzazione. La tecnica ha trovato le sue prime applicazioni in due famose localita’ dell’arco alpino: a Zermatt, in Svizzera, e sul ghiacciaio della Pitztal in Tirolo (poco piu’ di un’ora dal Brennero). Qui il termometro non sale mai troppo, ma gli esperimenti condotti in giugno a Netaya, in Israele, e in Sud Africa hanno fatto vedere che anche a 30 gradi il sistema di produzione della neve funziona. La neve artificiale e’ nata per sbaglio, piu’ di cinquant’anni fa a Lexington in Massachusetts, nella tenuta dei fratelli Tropeano, originari di Avellino.
Durante una notte molto fredda da un impianto per produrre nebbia in un frutteto non usci’ vapore acqueo, ma neve. I cannoni vennero sperimentati in Nord America e giunsero in Italia nel 1974, a Monte Campione. Il problema e’ che i cannoni, sia pur negli anni sempre piu’ perfezionati, non possono fare i miracoli, esigono anch’essi temperature al di sotto dello zero, e l’umidita’ non deve superare il 60 per cento, altrimenti dalle loro bocche esce acqua e non neve. La nuova macchina invece — che si chiama Ide’s All Weather Snowmaker — puo’ produrre quasi mille metri cubi di neve al giorno (un cannone nella migliore delle ipotesi ne produce 400) per coprire con 50 centimetri di spessore una superficie di duemila metri quadrati. Funziona, assicurano gli ideatori, a qualsiasi temperatura, con qualsiasi umidita’, senza alcun problema dovuto al vento (che invece disturba i normali cannoni da neve).
Sfrutta solo principi fisici, senza alcun additivo chimico: solo acqua. Il consumo di energia elettrica e’ di 500 kw al giorno, pari a quello di 5 cannoni, che pero’ sono molto meno efficienti. Si tratta di un impianto fisso e funziona cosi’: la massa nevosa si accumula all’esterno di una sorta di torre alta 15 metri; l’acqua viene sottoposta al vuoto; un impianto di refrigerazione fa condensare i vapori che si formano; in tal modo una piccola frazione evapora, mentre il resto forma una ’miscela’ di acqua e neve. La miscela viene infine pompata fuori dal freezer e la parte dei cristalli di neve viene separata dalla parte liquida. ’E’ fantastica — dice l’allenatore della squadra nazionale norvegese di sci di fondo Vidar Løfshus — l’ho vista in azione con una temperatura intorno ai 12-13 gradi: appena sparata, la neve era soffice, ma quando e’ stata compattata il manto si e’ rivelato molto buono’. ’E’ davvero interessante che la produzione di neve sia svincolata dalla temperatura — commenta l’ingegner Sandro Lazzari, presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari —. In questi giorni piuttosto caldi quelle macchine sarebbero utilissime. Attendiamo con molta attenzione che la sperimentazione avanzi. C’e’ il fatto negativo che la neve viene prodotta in un solo punto e poi deve essere trasportata lungo la pista, mentre i cannoni tradizionali sono distribuiti lungo tutto il tracciato. Anche i costi delle macchine, per ora, sono molto elevati (piu’ di 2 milioni di euro per unita’, ndr ) e l’impatto visivo va tenuto presente’. Ma c’e’ un’altra funzione importante di questa modalita’ di innevamento, che potrebbe essere rivoluzionaria: come gia’ accade al ghiacciaio della Pitztal, dove si scia da meta’ settembre, il nuovo macchinario potrebbe essere usato per rimpinguare e quindi proteggere i ghiacciai, fornendo neve nei periodi e nei punti piu’ delicati. Non solo: tutta le neve naturale che cade in autunno, non trovando il terreno nudo, riuscirebbe a conservarsi tutto l’inverno